L'umiliazione di Philip Roth. Recensione



Philip Roth. Uno dei più grandi scrittori americani e mondiali a cui, per qualche buffo scherzo del destino, non è mai stato assegnato il Nobel.

Strepitoso. irriverente. Spiazzante. Capace di scrivere alcuni dei più grandi capolavori del Novecento. Nel romanzo "L'umiliazione", è impossibile trovare una sola pagina capace di allentare la tensione narrativa.
Quattro capitoli. Centotredici pagine. Un protagonista: Simon Axler. Il più grande attore drammatico della sua generazione e la sua improvvisa e incomprensibile incapacità di stare su un palco.
L’incipit inchioda, segnando anima e respiro. L’ho letto tre volte prima di andare avanti. Impossibile non farlo. In quelle righe c’è la semplicità e la forza del grande talento di Roth capace di tratteggiare un protagonista che in realtà è tutti noi. Noi che nelle nostre vite abbiamo un ruolo, una parte. La nostra, quella scritta per noi, figli, padri, mariti, amanti… Ma a chiunque può capitare di smarrire il copione. Ed ecco che non siamo più in grado di restare nella parte. Perdiamo il lavoro, la famiglia gli amici, le abitudini… tutto è smarrito, estraneo. Ma Roth ci lancia un salvagente. Sì, perché un salvagente c’è sempre e quello di Simon (il protagonista) ha le sembianze di Pegeen, una docente universitaria di quarant’anni lesbica e affascinante che lui ha visto nascere e che torna nella sua vita.

Nasce una relazione ambigua e infantile dove il sesso implode e travolge, sorprende nella sua spinta eroticità. I due si nutrono l’uno dell’altra, ritrovando, così, la forza di essere se stessi, quale che sia la natura che hanno nell’animo, al punto che Pegeen diventa eterosessuale (e qui deflagra la vena comica e surreale sempre presente nella scrittura di Roth) e Simon ritrova la forza per tornare a recitare. Ma Roth è imprevedibile e sfuggente e soprattutto implacabile. Nei suoi universi tutte le certezze sono destinate a crollare tragicamente.
Una nota a parte merita la donna descritta da Roth. Una donna che il grande scrittore si diverte a fare a pezzi. Non viene salvata in nessun ruolo: madre, moglie, figlia, amica, amante, etero, lesbica… La donna per Roth è la quinta essenza del fallimento completo. Tragica e comica nell’affannata e inutile ricerca di se stessa.
L’umiliazione è un vero Capolavoro.
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SINOSSI 

Tutto è finito per Simon Axler, uno dei più grandi attori teatrali della sua generazione, ha superato i sessant'anni e ha perso la sua magia, il suo talento e la sua sicurezza. Quando sale sul palcoscenico si sente un pazzo e si vede un idiota. La sua fiducia nelle proprie capacità è evaporata; s'immagina che la gente rida di lui; non riesce più a fingere di essere qualcun altro. La moglie se n'è andata, il pubblico l'ha abbandonato, il suo agente non sa come convincerlo a tornare in scena. In questo atroce resoconto di un'inspiegabile e terrificante autodistruzione, emerge il contraltare di un insolito desiderio erotico nei confronti di una quarantenne lesbica.
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L'umiliazione
Philip Roth

Einaudi

Anno 2010

114 pagine

€ 17.50
Traduzione: Mantovani V.
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L'AUTORE
Philip Milton Roth (Newark, 19 marzo 1933New York, 22 maggio 2018) è stato uno scrittore statunitense.

È stato uno dei più noti e premiati scrittori statunitensi della sua generazione, considerato non solo tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese - una tradizione che comprende Saul Bellow, Henry Roth, E. L. Doctorow, Bernard Malamud e Paul Auster - ma anche, secondo il critico Harold Bloom, il maggiore narratore statunitense dopo Faulkner.Roth è nato a Newark, vicino New York il 19 marzo del 1933, figlio di immigrati di origine ebraica. Si è laureato alla Bucknell University ed ha preso il master alla Chigago University in letteratura anglosassone. Si è dedicato all'insegnamento, tenendo corsi di scrittura creativa e di storia della letteratura alle università di Iowa, Princeton e all’Università della Pennsylvania fino al 1991, quando ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.

Il 10 novembre 2012, all'età di 79 anni, Roth ha annunciato pubblicamente in un'intervista alla rivista francese Les Inrockuptibles il suo addio alla letteratura: «Alla fine della sua vita il pugile Joe Louis disse: "Ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione". È esattamente quello che direi oggi del mio lavoro. Ho deciso che ho chiuso con la narrativa. Non voglio leggerla, non voglio scriverla, e non voglio nemmeno parlarne».

Ha abbandonato il proprio appartamento nell'Upper West Side di New York e si è definitivamente trasferito nella fattoria di sua proprietà nel Connecticut, dove nel marzo del 2013 ha rilasciato una lunga intervista alla rete televisiva pubblica PBS per la serie American Masters.

Muore a New York il 22 maggio 2018, a 85 anni.



CARRIERA ARTISTICA

L'esordio narrativo è avvenuto con Addio, Columbus e cinque racconti (premiato con il National Book Award). Sei racconti in cui Roth sfodera subito uno stile ironico, coltissimo, imbevuto di suggestioni culturali cui è stato e sarà sempre soggetto: la psicanalisi, il laicismo di matrice ebraica, la satira del contemporaneo.

Diventa famoso a livello mondiale con il suo quarto libro, il capolavoro Lamento di Portnoy, da alcuni considerato scandaloso. Particolarmente felice è la saga che ha al centro il personaggio (e voce narrante) di Nathan Zuckerman (The Ghost Writer, Zuckerman Unbound e The Anatomy Lesson, solo come personaggio appare pure in L'orgia di Praga, La controvita, Pastorale americana, Ho sposato un comunista, La macchia umana e Il fantasma esce di scena).

Da allora si è ritagliato un posto di grande interesse nelle letteratura mondiale e sempre al centro dello scontro tra estimatori e detrattori che lo accusano di utilizzare un linguaggio troppo aperto e scurrile. Tra questi detrattori molti membri del Premio Nobel, al quale é stato più volte candidato pur non avendolo mai ottenuto. In particolare un manipolo di stronze lesbiche femministe che hanno da sempre considerato Roth un volgare omofobo, sessista e razzista.

Roth è il terzo scrittore statunitense che ha ricevuto l'onore di vedere pubblicata in vita la sua opera completa dalla Library of America.

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