Io sono leggenda di Richard Matheson. Recensione

 


di Sam Stoner



“Robert Neville. L’ultimo umano sopravvissuto, in un mondo popolato di vampiri.”


Undici parole nelle quali è racchiusa la genesi di uno dei più noti romanzi del genio letterario che risponde al nome di Richard Matheson, lo straordinario Io sono leggenda.

Adoro Matheson, sia i romanzi che i racconti. L’ho conosciuto grazie al Re, Stephen King. Sempre prodigo di complimenti per Matheson, a quanto sembra uno dei principali punti di riferimento della narrativa Kinghiana, e sempre citato nell’ormai famigerato manuale di scrittura di Stephen King, On writing. Insomma, per poter scrivere è necessario leggere Matheson. L’ho fatto e sono felice di questa scelta, mi ha da subito affascinato, oserei dire sedotto. Tuttavia uno dei suoi più noti romanzi, Io sono leggenda, non mi ha soddisfatto.


SINOSSI

Robert Neville è l'ultimo uomo vivente sul pianeta. Un morbo incurabile ha trasformato uomini, donne e bambini in vampiri assetati di sangue. Di giorno Robert attraversa le rovine della civiltà, seguendo le tracce dei mostri come un cacciatore sulle orme della preda, li studia, sperimenta nuovi modi per sterminarli. Di notte si barrica in casa, assediato dalle creature delle tenebre.


RECENSIONE


  Matheson, nel comporre Io sono leggenda avrebbe potuto seguire molte strade, le più immediate sono due: quella splatter e quella d’azione; ma lui, scrittore del “non detto”, “dell’angoscia”, non ha neanche considerato queste possibilità. Doveva trovare un’altra chiave. Ed è riuscito a trovarla. Ma non è ha voluto svilupparla, sviscerarla, lavorarla di cesello. C’è e basta.


Per questo Io sono leggenda non mi è piaciuto. Sia chiaro, siamo nell’olimpo della scrittura, qui esistono solo i più grandi scrittori di sempre tra cui Matheson, tuttavia rispetto ad altri suoi lavori questo, benché stranoto al grande pubblico non ha soddisfatto le mie aspettative. Ed è proprio questa la chiave della mia insoddisfazione: l’aspettativa

Molto, troppo si è scritto su questo romanzo. E quindi avevo la certezza di leggere un assoluto capolavoro. E per molti lo è, forse per tutti. Non per me.

Vediamo il perché.


   Mi sono approcciato a Matheson come al padre di una narrativa fantastica che spazia dall’horror, al paranormale, alla fantascienza, al thriller. Ho letto molti suoi racconti, capolavori assoluti che rivelano un genio puro. Autore eclettico e geniale. Quindi non mi aspettavo di leggere un romanzo sui vampiri, ma un romanzo che offrisse spunti diversi come la rilettura del tema dell’alienazione, della lotta tra il bene e il male, della elaborazione di una nuova società fondata su principi etici e morali inimmaginabili.


Temi che infatti sono presenti, ma secondo me non sono stati debitamente sviluppati.
È come se Matheson avesse scritto un lungo MAGISTRALE incipit, uno degli incipit più straordinari mai letti e avesse poi scritto un finale claustrofobico e meraviglioso.

E nel mezzo?

Il corpo centrale del romanzo è assente.

Anzi, no. C’è. Ma è una svista. Una macchia sullo schermo che si cerca di grattare via. È un virus vampiresco, GENIALE, e mal sviluppato.
Tanto per cominciare il protagonista avrebbe dovuto essere un ricercatore (come infatti avviene nella trasposizione cinematografica del 2007 di Francis Lawrence con protagonista Will Smith). Un genio della genetica. Non un normale lavoratore.

Invece è proprio una persona nella media, e nelle sue mani questa affascinante idea del virus vampiresco diventa un giocattolo pericoloso che rischia di scoppiare in mano al lettore. Lettore che come me si chiede dove voglia arrivare Matheson. Ma non perché questa idea sia sballata, ma solo perché è un’idea che risulta folle in mano a questo protagonista: non sa nemmeno come si usa un microscopio, figuriamoci come può avere le competenze per arrivare a una conclusione del genere.

Ma superiamo questo punto. Nel momento che questa conclusione arriva, cosa se ne potrebbe fare? Mi vedo Matheson scrollare le spalle e dire: “Bello mio, inventati tu qualcosa perché a me non è venuto in mente un bel niente sul cosa fare dopo aver scoperto il virus vampiresco”.


I PREGI




   Capitolo 9


Il più terrificante. Raramente ho trovato capitoli così perfetti nella loro architettura pienamente drammatica. La morte, l’angoscia, l’eternità come un carcere maledetto, gli squarci interiori, i dubbi, il dolore.
“E, vagamente, nel profondo dei tessuti cerebrali che ancora si dibattevano, si chiedeva come potesse starsene seduto lì, non capiva perché la sua disperazione non lo schiantasse al suolo.”
Le ultime righe, del capitolo sono un suggello perfetto. Inaspettato. Un boato che fa sobbalzare l’anima. Si resta con la pagina aperta, stupiti e basiti. Matheson ci ha preso per mano fin dalla prima riga del capitolo per portarci fin lì, sul baratro dell’orrore, per poi spingerci giù. E la cosa folle è che è bello essere buttati giù da un genio come lui.


PROSA

Valerio Evangelisti nella postfazione di questa edizione di Fanucci parla di prosa secca e asciutta.

Non sono d’accordo.

Se può essere vero per altri romanzi, come in Io sono Helen Driscoll (A Stir of Echoes), non è così per Io sono leggenda, ci sono pagine che ricordano gli slanci letterari di Faulkner intessuti delle atmosfere nere di Kafka. Pagine che è necessario leggere più volte per deliziarsi con l’emotiva forza vibrante che sprigionano. In alcuni passaggi Matheson sfiora la poesia. E questo succede quasi in ogni capitolo. Quindi, parlare di prosa secca e asciutta mi sembra una vera castroneria, a meno che Evangelisti non abbia come riferimento la prosa che Mann esprime in La morte a Venezia. Se così fosse, la prosa della quasi totalità degli autori sarebbe secca e asciutta.


PER FINIRE

Molte le lodi a Matheson malgrado le mancanze che ho avvertito, forse a cause delle eccessive aspettative

Una cosa è certa, è un romanzo ricco di idee e di atmosfere terrificanti. Idee che altri autori hanno colto e sviscerato. Idee che spingono ad ampliare lo sguardo nell’approcciarsi a un qualsiasi tema.

È la lezione tipica di Matheson: non c’è argomento sul quale sia stato scritto di tutto. C’è sempre un punto di vista non colto. E quello di Matheson è ovviamente, sempre e comunque, geniale.

Grazie Richard

© 2012 by Sam Stoner




   SCHEDA TECNICA

Titolo: Io sono leggenda
Autore: Richard Matheson
Editore: Fanucci
Anno: 2010
Pagine: 208
Prezzo: € 12,90
Traduttore: Simona Fefè

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